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Myanmar gennaio 2017

Bago: Buddha sdraiato di Myathalyaung

Myanmar 11-25 gennaio 2017

Erano anni che volevo visitare il Myanmar o meglio la Birmania come ho imparato a conoscere questo paese del sud est asiatico. L’alone di mistero dovuto all’isolamento e  ai ricordi di quando bambino, leggevo avidamente sulla “Collana eroica” le storie della guerra dei soldati australiani contro i giapponesi, che si svolgevano nella sua inestricabile giungla, mi hanno spinto a farne meta di un viaggio. Il piccolo velivolo della Myanmar airline che da Bangkok  ci porta a Mandalay arriva in perfetto orario a sera. Il modo migliore per visitare Mandalay e i suoi dintorni, ricchi di fascino e storia, è affidarsi a un auto con autista facendosi scorrazzare per un giorno in tutti i luoghi rilevanti. Così abbiamo visto prima la città e i suoi innumerevoli templi, non dimenticando le botteghe di “battiloro”, dove vengono prodotte le sottilissime foglie d’oro che poi vengono appiccicate nei luoghi sacri. Il pomeriggio lo dedichiamo ai sobborghi Sagaing, Mingun e il ponte il ponte UBein interamente costruito in teak e lungo più di un chilometro.

Con uno scomodo viaggio con un taxi collettivo in circa quattro ore abbiamo raggiunto Bagan famosa per i suoi templi, disseminati nella piana  e gli splendidi tramonti sul fiume Irrawaddi. Da Bagan con un breve percorso abbiamo visitato il Monte Popa dimora dei Nat (spiriti sia buoni che cattivi) a cui i fedeli donano oltre che banconote anche generi alimentari  e alcolici. Per arrivare al tempio dimora dei Nat si percorrono 777 scalini che portano alla cima del monte dai cui si domina tutta la valle di Bagan. Con il solito taxi collettivo prima e un bus poi da Bagan ci siamo trasferiti a Nyaungshwe sulle sponde del lago Inle. Il lago dalle acque trasparenti e poco profonde è posto a 900 mt s.l.m. si estende per circa 90 kmq e lo visitiamo con una barca noleggiata dall’albergo. Dopo un’altra giornata passata in giro per i dintorni con bici e mototaxi partiamo, con i soliti scomodi bus, per Bago. Bago è una cittadina che merita sicuramente una visita. E’ tranquilla ed piena di templi buddisti dove è possibile entrare per rendersi conto di quanto sia intensa la religiosità del popolo birmano. Da Bago con un taxi siamo andati alla Roccia d’ora. Ai piedi della montagna dove si trova la roccia siamo saliti con un camion 4x4 nel cui pianale erano state messe delle panche. Curve a gomito e pendenze anche del 40% rendono la salita e ancor di più la discesa impressionante. La Roccia d'oro, secondo il mito, è stata messa lì da un re che la prese dall'oceano. Al di là del mito il fatto che sia lì e in quella posizione è comunque abbastanza strano. Da Bago ci spostiamo questa volta in treno a Yangoon principale città del Myanmar, resa ancor più caotica dal capodanno cinese, dove si conclude il nostro viaggio.

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Ponte di U Bein costruito in teak si allunga per 1200 metri tra le sponde del lago Taungthaman

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